Il Rione San Francesco è un complesso residenziale di edilizia pubblica realizzato negli anni ’50 del secolo scorso; esso è ubicato sulla collina di Capodichino, in un’area limitrofa all’aeroporto omonimo. La storia dell’aeroporto di Capodichino si colloca temporalmente nei primi anni del XX secolo; nel 1910, in particolare, nella sede attuale dell’aeroporto denominato all’epoca Campo di Marte, costituito da un ampio territorio pianeggiante già impiegato in epoca borbonica come luogo per addestramenti ed esibizioni militari, iniziano le prime esibizioni di velivoli militari.
Sull’iniziale campo di volo,nel 1918, fu realizzato l’aeroporto militare del Campo di Marte della Regia Aeronautica; progettato per essere sede della Regia Accademia Aeronautica, nel 1921 fu intitolato all’aviatore “Ugo Niutta“. Dal 1935 al 1939 è stato sede della Scuola Specialisti della Regia Aeronautica.
Dal 1950, l’aeroporto di Capodichino funzionerà anche per il traffico civile e da quella data inizia un continuo sviluppo dello scalo, culminato nel 1995 con la privatizzazione e relativo piano di investimenti.
E’ importante sottolineare che la vicinanza con lo scalo aeroportuale ha determinato per questo quartiere crescenti condizioni di disagio, che hanno reso necessaria la predisposizione di uno specifico Piano di Rischio Aeroportuale (PRA) ai sensi dell’art. 707 del D.lgs 96/2005.
L’intervento prevede la demolizione di tutte le superfetazioni oltre ai tompagni e tutte le tramezzature interne, lasciando il telaio strutturale e solai a vista. Si procede per questa tipologia di fabbricato alla realizzazione di retrofit con rimodulazione degli alloggi interni, con un ampliamento degli spazi andando a espandere gli attuali alloggi su quasi tutta la superficie oggi destinata ai ballatoi e alle logge posizionate sulla facciata contrapposta ai ballatoi, andando a colmare una esigenza dei residenti che hanno vissuto in spazi davvero esigui. Questo ampliamento volumetrico consente di rispettare i rapporti aeroilluminanti degli ambienti e quanto previsto dall’allegato A dal DGR 279/2019 anche dal punto di vista dimensionale,
così da soddisfare un’ampia tipologia di utenza oltre a consentire un nuovo disegno della facciata interna con una nuova cadenza. Le cellule variano per tipologia distributiva e superficie utile, ogni cellula è caratterizzata dalla presenza di una zona giorno / cucina con un numero variabile da una a tre camere da letto – doppia e singole – uno o due wc.
Ai corpi di fabbrica sono stati affiancati dei nuovi sistemi distributivi scala/ ascensore/ ballatoio con struttura in acciaio. Una sorta di seconda pelle/ facciata tecnica che si addossa al fabbricato esistente. Ogni edificio è dotato di una doppia scala e due ascensori. Le nuove tamponature sono realizzate con blocchi termici. Tutte le bucature sono state ridisegnate in funzione della normativa nazionale (Decreto Ministeriale 5 luglio 1975) che stabilisce un Fattore Medio di Luce Diurna non inferiore al 2% e una superficie apribile non inferiore a 1/8 della superficie calpestabile.
Sulla facciata contrapposta al sistema distributivo di accesso a ballatoio si è provveduto alla implementazione della superficie non residenziale SNR, mediante la realizzazione di una struttura metallica autonoma rispetto a quella del fabbricato, tale da ottenere una balconata continua profonda circa 2m, sul prospetto, originariamente dove si aprivano solo finestre e/o piccole logge. Si tratta di spazi recuperati per aggiunta rispetto al volume principale, che caratterizzano l’edificio mediante la presenza di elementi minori e leggeri, statici o dinamici quali ad esempio ringhiere, frangisole, persiane e sistemi di oscuramento, reti metalliche, etc.
Lo spazio aggiuntivo creato rispetto alla scatola rigida degli spazi minimi funzionali delle cellule abitative, è tale da creare delle occasioni spaziali diverse e partecipi sia del disegno dello spazio interno, sia recando un contributo alla qualità dello spazio dell’alloggio e alla dignità dell’abitare.